25 Apr 2024

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Toti lo sa che Berlusconi non è più il giaguaro di una volta

Vi ricordate Bersani quando voleva smacchiare il giaguaro Berlusconi? Altri tempi, altri attori in campo, altri i temi cruciali, i toni, le emergenze. O forse semplicemente da troppo tempo non sciogliamo troppi nodi, la politica si è susseguita sempre uguale a sé stessa, non monotona per gli affari di letto del Cavaliere, ma che nel trip ormonale ha dimenticato di risolvere gli affari correnti di un Paese in annaspo, poco contento di sapere se Ruby arrivasse in Ferrari in discoteca.

Dopodiché la storia recente ha aperto il sipario ai due nuovi novelli prodigi della scena, Salvini e Di Maio che hanno dato una scossa adrenalitica al cuore pulsante delle questioni in campo.

Certo, potremmo parlare di Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, ma si sa, dimentichiamo presto le parentesi, e poi il Matteo di Firenze tra un po’ ce lo ritroveremo in onda sulle reti del Biscione.

C’è però il governatore ligure Giovanni Toti di Forza Italia, un filo ambiguo nei rapporti più intimi con la Lega che con gli azzurri, ospite alla festa di Pontida, che lo scorso  11 luglio 2018 ha riaperto il ballo, non si sa se per sincera fede o dovere di appartenenza, a Silvio: “Non so se corrisponde a verità, certamente è tecnicamente possibile. Il ritorno in Parlamento di Berlusconi sanerebbe un vulnus cominciato molti anni fa nella nostra democrazia. Sarebbe un bel gesto e un bel segnale per un leader che rappresenta circa 4 milioni di elettori. È stato espulso dal Parlamento in modo totalmente ingiusto, quindi se oggi ci tornasse sarebbe, dopo la riabilitazione, anche visivamente un risanare una ferita della nostra democrazia”.

Sicuramente è uno strappo da ricucire, la Legge Severino ha ingiustamente agito in maniera retroattiva inibendo l’agibilità politica di un leader indiscusso, che nel momento in cui compiva gli atti per cui è stato processato, non sapeva di andare incontro alla interdizione dai pubblici uffici. Minando appunto il sacrosanto principio della certezza della pena.

Eppure, ne è convinto anche Toti in liaison con il ruspante Salvini, che la storia sia passata con annessi filistei e protagonisti. Quella di B. è una resistenza all’oltretomba, una permanenza sul ring simile a Creed 2 di Sylvester Stallone. Uscirà nelle sale cinematografiche a fin Novembre c.a.,  ed è praticamente l’ottavo sequel della saga di Rocky, nata nel 1976.

Balboa lo stallone italiano, Berlusconi tenne a palazzo lo stalliere di Arcore. Repetita iuvant, dicevano i latini.

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Andrea Lorusso
Andrea Lorusso
Classe '91, ragioniere di titolo e professione, giornalista per passione. Collaboro con varie testate dal 2011, possibilmente editorialista di Politica ed Economia. Scrivo perché avere una opinione e farla conoscere, è terapeutico contro la superficialità imperante.

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