Prosegue a distanza il botta e risposta tra i consiglieri regionali di Azione, Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea ed il Partito Democratico, per voce del vice capo di gabinetto di Michele Emiliano, Domenico De Santis (segretario regionale in pectore del Partito, in attesa del congresso, in quanto candidato unitario).
Nodo della “contesa” i lavori per la realizzazione dei nuovi ospedali in Puglia.
I rappresentanti di Azione rispondono alle accuse mosse da De Santis nei loro confronti dopo le dichiarazioni sui nuovi ospedali in fase di realizzazione in Puglia e sui ritardi (a detta dei tre consiglieri anche sulle magagne) messe in campo dalla maggioranza.
“Il vice Capo di gabinetto della Regione interviene in nome e per conto del PD, per criticarci sulla nostra battaglia per vedere realizzati al più presto i nuovi ospedali e aiutare i pugliesi che soffrono, per malattia, le pene dell’inferno. Tralasciando la parte relativa all’adulazione acritica di Emiliano, il vice Capo di gabinetto, intervenuto in nome e per conto del PD, dice che la Giunta regionale ha avviato quattro nuovi cantieri per nuovi ospedali, mentre uno sarebbe in progettazione. Purtroppo, egli non conosce nemmeno l’essenziale della questione e finisce pure per confessarlo”.
E poi i tre ribadiscono: “I cantieri sono due e non quattro (Monopoli-Fasano e Taranto); c’è la progettazione solo per uno (Andria); siamo in attesa della progettazione per un altro (Maglie-Melpignano); non è ancora stata bandita la gara di progettazione per il quinto (Nord barese). Anche nei comunicati stampa si riscontra ritardo nel dovere di d’informarsi prima d’esercitare il diritto di parola; e se costui è il vice capo di gabinetto figuriamoci il segretario in pectore del PD. Peraltro, bastava leggere la nostra comunicazione su cui è stata esercitata la critica per approntare una nota stampa più conforme alla realtà e meno esposta al ridicolo”.
Poi la replica politica diventa diretta: “Semplichiamo per semplicità con otto domande, così da evitare ulteriori strafalcioni del nostro critico biografo.
Uno. Con quale procedura e modalità è stato nominato il rappresentante della Asl Bari nel Collegio consultivo tecnico (CCT) per il nuovo ospedale Monopoli-Fasano?
Due. Perché il rappresentante della ASL nel CCT si è accordato con l’appaltatore sulla nomina del presidente dello stesso organismo, nonostante l’impresa avesse già scritto numerose riserve e considerato che in caso di disaccordo la nomina sarebbe stata decisa dalla Regione o da altro ente pubblico?
Tre. Come mai alla milionaria determinazione del CCT in favore dell’impresa, oltre giorni di proroga, nessuno ha mai risposto né preso in considerazione le relazioni accorate e fortemente critiche della Direzione lavori, con cui si segnalava la curiosa circostanza di riconoscere gli extra costi Covid a valere su un periodo in cui il Covid non era nemmeno arrivato?
Quattro. Come mai la stazione appaltante ha riconosciuto un’ulteriore proroga al prossimo luglio per il potenziamento del fotovoltaico, senza prima ottenere il nuovo cronoprogramma?
Cinque. Come mai l’accordo stralcio sui fondi dell’art. 20 è stato richiesto dalla Regione al Ministero con due anni di ritardo, se non di più, mettendo in crisi il fine lavori del nuovo ospedale di Taranto e la gara di progettazione del nuovo ospedale del Nord barese?
Sei. Come mai non viene deliberato il cofinanziamento regionale per la progettazione del nuovo ospedale del Nord barese, sufficiente ad avviare almeno la gara di progettazione?
Sette. Come mai si è richiesta una maggiore dotazione del nuovo ospedale di Andria, magari giusta, senza preoccuparsi per tempo di assegnare alla Asl gli ulteriori 150milioni necessari (250milioni è la stima complessiva) per avviare la gara dei lavori?
Otto. Come mai per l’aggiudicazione della progettazione del nuovo ospedale Maglie-Melpignano si sono persi oltre cinque anni e da ultimo non è stata ancora consegnata nonostante già si sappia che il termine fissato al 5 febbraio prossimo non sarà rispettato?”
“Questi sono per sommi capi gli interrogativi di merito su cui si è pregati di interloquire con noi. Noi non abbiamo nelle nostre cifre la chiacchiera da bar, le frasi generiche e la mancanza d’iniziativa per non assumersi mai un compito di responsabilità. Con noi le scuse sono l’appannaggio dei perdenti, perché per vincere c’è bisogno di soluzioni. Possibilmente chiare”.
Ed infine l’affondo finale: “Si accettano repliche, ovviamente, ma nel merito. Altrimenti saremo costretti a disertare il dopolavoro della chiacchiera”.
Fa specie notare come soltanto fino a poche settimane fa questi esponenti politici sedevano fianco a fianco in Consiglio Regionale, mentre adesso se le stanno suonando (dialetticamente) di santa ragione.
Come cambiano velocemente le cose della politica…














