E’ stato siglato ieri l’accordo sulla cassa integrazione tra Acciaierie d’Italia e sindacati al ministero del Lavoro. L’azienda si è detta disponibile ad abbassare il numero di lavoratori in cassa dell’ex Ilva a 3.062, rispetto agli iniziali 3.400 (poi scesi a 3.200 nella scorsa riunione a via Flavia).
“L’accordo sottoscritto – spiegano fonti sindacali – prevede una riduzione del numero massimo di lavoratori in cigs che non potrà essere superiore a 3.062 complessivi per tutto il gruppo evitando che i lavoratori vengano messi a zero ore, l’integrazione al 70% alla cigs ed il riconoscimento di una tantum in welfare (1% del valore annuo della paga base a raggiungimento di 3M/tonn di acciaio, 2% a 3,5M, 3% a 4M), l’impegno a mantenere i tavoli di monitoraggio del Piano di ripartenza e investimenti su impianti. Ricordiamo che anche se non fosse indispensabile e non previsto l’accordo con le organizzazioni sindacali dalla normativa sulla cigs dell’ex Ilva, siamo riusciti a condividere con l’azienda trattamenti di miglior favore per attenuare l’impatto economico per i lavoratori, oltre ad aver preteso nel testo la conferma della non determinazione di esuberi strutturali e la validità dell’accordo del 6 settembre 2018”.
Martedì prossimo si terrà a Roma il vertice tra Governo e sindacati sulla vertenza dell’ex Ilva di Taranto, in attesa del nuovo proprietario del siderurgico nazionale.
“La convocazione dell’incontro di martedì 11 marzo a Palazzo Chigi è un importante risultato ottenuto dal sindacato, che riporta al centro i lavoratori nella discussione sul futuro
degli stabilimenti dell’ex Ilva. Oggi al Ministero del Lavoro siamo entrati, quindi, nel merito della discussione sulla cassa integrazione e abbiamo siglato l’accordo di proroga. Il piano di ripartenza verrà seguito con il raggiungimento, nel corso del 2025, di 4 milioni di
tonnellate di acciaio invece che le 5 milioni tonnellate originariamente previste. Sono confermati tutti i trattamenti previsti dal precedente accordo di luglio scorso, tra cui l’integrazione della cassa integrazione al 70%, la rotazione e la formazione”.
Così in una nota congiunta Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la FiomCgil, Francesco Brigati, segretario generale della Fiom-Cgil di Taranto e Federico Porrata, della segreteria della Fiom-Cgil di Alessandria.
“Ora il confronto si sposterà a Palazzo Chigi. Come Fiom-Cgil ribadiremo al Governo la nostra posizione: per la vendita dell’ex Ilva occorre garantire tutta l’occupazione, l’integrità del gruppo siderurgico e la presenza in equity nel capitale da parte dello Stato”.