Quattordici anni di impegno e prevenzione sulla sicurezza stradale. È il traguardo raggiunto dall’associazione aMichi di Michele Visaggi ODV, nata dall’impegno di familiari e amici di Michele dopo la sua scomparsa in un incidente stradale nel 2010, con l’intento di trasformare il dolore in un progetto collettivo capace di rompere gli schemi tradizionali e proporre un approccio diverso, che parli di sicurezza senza paura e scelga la strada dell’arte.
Teatro, musica, fotografia e cinema sono diventati strumenti di educazione e consapevolezza, rivolti in particolare alle nuove generazioni, con l’obiettivo di far comprendere che il rispetto delle regole significa, prima di tutto, rispetto della vita. «Non volevamo che Michele fosse ricordato soltanto come un numero di cronaca – spiega Francesco Visaggi – L’obiettivo era costruire un progetto che parlasse alle persone con linguaggi positivi e che potesse restare nel tempo».
Il primo passo fu il teatro, con lo spettacolo “La ballata dell’esteta”, portato in scena nel marzo 2011 da chi aveva condiviso con Michele la passione per la recitazione. Un debutto che ha segnato l’inizio di un percorso inedito. Da allora, aMichi di Michele Visaggi ha prodotto cortometraggi, concorsi fotografici, performance di strada, laboratori creativi nelle scuole: ogni iniziativa con lo stesso filo conduttore, far capire che la sicurezza stradale non è solo un insieme di norme, ma un esercizio di responsabilità collettiva.
Negli anni i progetti si sono moltiplicati, ciascuno con un tratto distintivo. Uno dei più significativi è “I segnali del futuro”, promosso nel 2024 con il Comune di Bari. Oltre cento bambini delle scuole primarie hanno partecipato a un percorso formativo, trasformando i loro disegni in cartelli stradali artistici installati nel parco 2 Giugno. «Quei cartelli – racconta Francesco Visaggi – non sono rimasti chiusi nei quaderni: oggi fanno parte dello spazio urbano, parlano a chiunque li incontri e ricordano che il rispetto delle regole è un messaggio che riguarda tutti, grandi e piccoli».
La forza dell’associazione è quella di non limitarsi a eventi spot, perché ogni progetto nasce con l’obiettivo di lasciare un segno duraturo e di coinvolgere chi partecipa in prima persona, trasformando così la memoria di Michele in un patrimonio collettivo che non resta confinato al passato ma diventa esperienza condivisa. Non una ferita dolorosa, dunque, ma una spinta capace di ispirare comunità, scuole e istituzioni, mostrando come la sicurezza stradale possa essere trasmessa con linguaggi positivi e creativi. «Ogni volta che entriamo in una classe – sottolinea Francesco – ci accorgiamo che i ragazzi non hanno bisogno di essere terrorizzati, ma di comprendere che la loro attenzione può salvare vite e che il rispetto delle regole è, prima di tutto, un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri».
A quattordici anni dalla sua nascita, l’associazione resta fedele alla sua visione, che è quella di trasformare un dolore privato in un progetto pubblico, non un monumento alla memoria ma un cantiere aperto che continua a crescere e a produrre cultura, perché il percorso intrapreso da amici e familiari di Michele non ha scelto la strada più semplice ma quella più coraggiosa, quella che richiede tempo, creatività e dedizione, quella che sceglie di educare con linguaggi positivi e di coltivare la cultura della vita lasciando un segno reale nella comunità.
In questo senso aMichi Visaggi non è soltanto un’associazione che custodisce un ricordo, ma una realtà viva che dimostra ogni giorno come la prevenzione possa passare anche attraverso linguaggi freschi e immediati, perché – come osserva Francesco Visaggi – la sfida è rendere “figo” comportarsi bene, trasformando il rispetto delle regole da obbligo imposto a gesto spontaneo, naturale, persino desiderabile, e proprio questa capacità di parlare ai giovani con autenticità, unita alla forza dell’arte e alla concretezza dei progetti, rende l’associazione un modello innovativo e creativo che guarda al futuro con la stessa energia con cui affonda le radici nella memoria.
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