24 Ott 2025

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Economia pugliese, Alessandro Zezza chiede visione, servizi e procedure più snelle per gli imprenditori

Alla luce della recente fiera TTG di Rimini – in occasione della quale l’Osservatorio Turistico della Regione Puglia ha presentato ufficialmente i dati contenuti nel suo ultimo approfondimento scientifico – l’imprenditore salentino Alessandro Zezza, titolare di Masseria Panareo e Presidente del Consorzio Puglia DOC, tratteggia l’evoluzione dell’economia locale degli ultimi anni, lanciando poi un accorato appello a tutte le istituzioni affinché investano in una crescita economica del nostro territorio che sia strutturata, diffusa e sostenibile sotto tutti i punti di vista.

“Stilando un bilancio di questa stagione estiva, da poco conclusa, anche con la nostra esperienza diretta possiamo confermare un trend positivo in termini di presenze e un costante aumento dei turisti stranieri – commenta Zezza -. Non a caso, oltre ad attività che ormai per noi sono un evergreen, come lo yoga nella natura o il tour in barca con aperitivo, dalla prossima estate proporremo agli ospiti spesso provenienti dall’estero il cinema d’autore sono gli ulivi, con una selezione di film italiani degli anni ’50 e ’60, rigorosamente in lingua inglese. Risulta però doveroso aprire una riflessione più ampia sulle dinamiche che stanno progressivamente dando un volto nuovo all’economia locale, se vogliamo fare rete su più fronti per sviluppare una visione strategica e realmente impattante per il futuro della Puglia”.

Il dibattito sulla crisi del turismo stagionale e dell’agricoltura viene infatti spesso semplificato e ridotto a una questione di “mancanza di manodopera” ma, in realtà, ciò che stiamo vivendo è il risultato di una trasformazione strutturale che riguarda la composizione stessa del sistema produttivo italiano.

“Oggi oltre il 90% delle imprese italiane è composto da microrealtà con meno di 15 addetti, spesso a conduzione familiare. Un modello che ha garantito resilienza e prossimità al territorio, ma che mostra sempre più limiti nel contesto globale attuale. In Puglia riscontriamo ancora scarsa capacità di innovazione, accesso al credito difficile e, soprattutto, assenza di continuità generazionale: quando l’imprenditore chiude o si ritira, spesso l’azienda si ferma, e non esiste una rete capace di assorbire o tramandare competenze e capitali – spiega il Presidente di Puglia DOC-. Parliamo di un territorio in cui il massimo dell’investimento medio è aprire un B&B da sei camere, un piccolo ristorante o un bar. Il turismo è diventato una monocultura economica, una fiera di seconde case messe in affitto. L’agricoltura, dopo la Xylella, ha perso non solo la capacità produttiva ma anche la dignità culturale. In un tessuto del genere, è difficile far attecchire politiche industriali complesse”.

A questa debolezza strutturale si sommano, inoltre, fattori demografici e culturali. La denatalità riduce la base dei potenziali lavoratori, mentre l’allungamento dei percorsi formativi – con l’ingresso nel lavoro ormai tra i 25 e i 30 anni – sposta in avanti il ricambio generazionale laddove invece, negli anni ’80, si imparava un mestiere a 14 anni.

“Oggi ci si laurea a 26 anni, spesso in discipline umanistiche o teoriche, in un mercato che invece richiede anche competenze tecniche, digitali e operative. È naturale, quindi, che i settori più “fisici” e meno attrattivi, come turismo stagionale e agricoltura, siano i primi a risentirne”.

Non si tratta dunque di mancanza di volontà, ma di mancato incontro tra cultura formativa e bisogni produttivi. “In questo vuoto prosegue Zezza stanno emergendo nuovi protagonisti: gli immigrati che, dopo anni di lavoro stagionale, hanno imparato il mestiere e oggi subentrano come piccoli imprenditori. Un processo graduale e spontaneo, che non rappresenta una sostituzione, ma una transizione naturale in un tessuto economico privo di eredi. Chi resta, chi investe, chi impara prende il posto di chi ha smesso di crederci”.

Un importante riferimento, poi, alle ZES, un altro tema caldo di questi ultimi giorni. “Sono strumenti lodevoli ma, calate in un territorio come quello pugliese che non ha una massa critica di imprese strutturate e una burocrazia efficiente, finiscono per restare sulla carta. Non bastano le agevolazioni, serve un ecosistema economico e amministrativo capace di metterle a terra”.

L’imprenditore si appella infine a istituzioni e pubbliche amministrazioni, affinché possano ricostruire le fondamenta del sistema produttivo locale e incrementare in maniera efficiente la più ampia rosa di servizi fondamentali per innalzare il livello di welfare prima di tutto dei cittadini pugliesi e, di conseguenza, dei turisti: “Servono due leve immediate: da una parte, una formazione tecnica e imprenditoriale precoce, capace di collegare scuola e impresa già a livello territoriale; dall’altra, l’aggregazione delle microimprese, per condividere strumenti digitali, risorse umane e accesso al credito. Solo così la Puglia e il territorio salentino potranno passare da un’economia fragile e frammentata a un modello in cui piccolo non significhi più precario, ma competitivo. E solo allora – conclude Zezza- potrà fisiologicamente decollare senza freni quella destagionalizzazione di cui, come Masseria, ci siamo resi anche quest’anno promotori attraverso una serie di iniziative esperienziali che porteremo avanti per tutto l’autunno, come la raccolta delle olive con degustazione dell’olio nuovo, laboratori artigianali con artisti locali e il tour del Salento su due ruote. Abbiamo però bisogno non soltanto di bandi e bonus, ma di procedure burocratiche più snelle, oltre che di una visione industriale e imprenditoriale davvero lungimirante”.

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