29 Ott 2025

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Povertà e famiglie in difficoltà: occorre pensare alla realtà

Oggi la povertà  non è più misurata in termini, cifre, nella realtà quotidiana. È considerata solo la povertà assoluta di chi non ha reddito né possiede nulla, eppure nonostante questo molti di questi poveri incontriamo per le strade con molta dignità a chiedere miseri aiuti di molte persone che non comprendono più o non possono aiutare il prossimo, perché quasi nelle stesse condizioni.

C’è anche una povertà di cui si fatica a parlare, perché non si è compresi per le molte porte chiuse in faccia dai servizi sociali, dalle istituzioni e dalla gente comune oggi supertassata, supersfruttata e superstressta che non riesce più ad avere neanche la forza di aiutare l’altro, perché il cuore e l’agitazione in cui vessano è tantissima cui si richiede di non dimostrarla socialmente, non parlarne, non provarla o in casi estremi di ricorrere a psicofarmaci per non pensare o dimostrare una realtà fantastica che non esiste, anzi è piuttosto terrrificante quasi da film dell’orrore.

Moltissime tra queste sono le famiglie che silenziosamente e nei casi più estremi si manifestano con femminicidi, omicidi, delinquenza, litigi esclusione sociale, cure psichiatriche che pur avendo  un lavoro, una pensione, nei casi limite un assegno sociale o tutte queste cose non riescono ad arrivare a fine mese, perché la spesa è aumentata, ciò che si percepisce è sotto la soglia di povertà. Famiglie che stanno gettando figli su una strada o che non vogliono farlo anche a costo di non alimentarsi, di vivere l’isolamento sociale, di non poter permettersi nulla neanche il decoro dell’abbigliamento, perché questi figli ora adulti non possono in termini tanto utilizzati concreti permettersi una casa, un affitto, l’alimentazione, una famiglia.

Non esiste più la dignità umana, non esiste più una dignità della persona, non esiste più la gioia di vivere serenamente, veramente di lasciare spazio alla bellezza della vita. Questo accade perché una fetta della popolazione, percepisce 2000 volte se non di più un normale stipendio sulla pelle della popolazione nazionale e mondiale intera. È normale che certi lavori sono degni di grande riconoscenza e sostegno ma si può comprendere uno stipendio triplicato quello di un cittadino povero nel più dei casi, non pari a 2000 volte di più. Questa realtà sta creando insicurezza sociale e una vera e propria mancanza di sicurezza a cui si richiede alle forze dell’ordine miracoli che pur ogni giorno avvengono e sono sotto gli occhi di tutti.

Sembra che si è diventati cechi, sordi e muti di fronte a questo disagio sociale in un’epoca in cui si comprendono molte cose ma che spesso si fa finta di non comprendere, perché fa comodo quasi non ci fosse un domani  o un futuro da costruire nel progresso che deve essere sinonimo di felicità e benessere.

É necessario rivedere i criteri dei sussidi, degli aiuti economici, degli stipendi, della capacità di spesa e  del welfare economico. Bisogna vedere la realtà, ascoltare la gente non per agire a suo sfavore ma a favore in un’ottica di uguaglianza, relazione, condivisione. Bisogna investire realmente, bisogna realmente distribuire le risorse in un’epoca dove le risorse sono diventate miliardarie e quindi oggi significa bimiliardarie rispetto al passato ma  si distribuiscono briciole e si contano e tassano anche queste. Bisogna riconoscere le famiglie, investire su di loro culturalmente, economicamente, socialmente e sull’educazione familiare oltre che garantire sanità e servizi. Le famiglie oggi sono abbandonate e nelle mani di chi è al governo e delle istituzioni. Loro si affidano ed è importante non tradire mai come dei Giuda la fiducia che loro ripongono. Bisogna includere e pensare più alla felicità di tutti perché oggi l’uomo è ancora preistorico e predatore e non sa orientarsi a una società e vita felice, positiva e fraterna. La speranza è una piccola fiamma che sta per spegnersi alimentiamola e manteniamola sempre accesa con  le nostre buone azioni, comportamento e il nostro contributo.

Spesso nella fine di un sistema si è sempre pensato all’Apocalisse, invece c’è sempre un futuro, dobbiamo tornare a pensarci e costruirlo.

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