Argomenti dell'articolo
Nuova ed importante tensione sindacale in Puglia alle porte del nuovo anno. Ipsos, colosso mondiale delle ricerche di mercato, ha comunicato l’intenzione di non rinnovare, a partire dal 31 dicembre 2025, i contratti di numerosi collaboratori della sede di Bari, molti dei quali operano per l’azienda da oltre dieci anni.
Secondo la NIdiL CGIL, sebbene non sia stato fornito un numero esatto di esuberi, l’operazione si configura come un vero e proprio licenziamento collettivo, mascherato dalla natura precaria dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co).
Il sindacato: “Clima ostile e scarsa chiarezza”
L’incontro tra l’azienda e le parti sociali dello scorso 11 dicembre non ha portato i frutti sperati. Al contrario, ha inasprito i toni di una vertenza che si preannuncia infuocata.
«La società ha parlato di “una decina” di persone con un atteggiamento sfrontato e irriverente», attacca Carolina Velati, sindacalista di NIdiL CGIL Bari. «Dietro questi numeri ci sono esseri umani che sostengono le proprie famiglie. Inoltre, ai lavoratori confermati sono stati prospettati rinnovi per il 2026 molto più brevi rispetto al passato».
Il sindacato evidenzia un paradosso: Ipsos vanta standard elevati nei servizi offerti ai clienti, ma starebbe applicando un trattamento diametralmente opposto al proprio personale barese.
Precarietà e controlli a distanza: i punti critici
Il sito di Bari impiega oltre 150 addetti qualificati come collaboratori. Nonostante la fragilità contrattuale, la continuità lavorativa era stata finora il punto di forza della sede pugliese. Tuttavia, il 2025 ha segnato un drastico cambio di rotta.
Le criticità sollevate dal sindacato riguardano diversi aspetti della gestione aziendale: Sospensioni arbitrarie: Lavoratori lasciati senza attività per settimane pur avendo contratti attivi, Monitoraggio: Denunce di controlli a distanza definiti “molto invasivi” e potenzialmente in contrasto con le normative vigenti, Instabilità: La scelta di accorciare la durata dei futuri rinnovi contrattuali.
Le istituzioni chiamate in causa
Il coordinatore di NIdiL CGIL Puglia, Alessandro Castellana, non usa giri di parole: «Ipsos ha scelto una strada che alimenta precarietà e insicurezza sociale. L’azienda ha svuotato il confronto, riducendo le relazioni industriali a comunicazioni unilaterali».
Il sindacato ha già annunciato che la vertenza resta aperta. Nelle prossime settimane verranno attivate tutte le iniziative necessarie, coinvolgendo le istituzioni regionali, per tutelare i livelli occupazionali e richiedere l’apertura di un tavolo di contrattazione reale.
«Senza un cambio di rotta, promuoveremo ogni iniziativa sindacale, istituzionale e legale a tutela dei lavoratori», concludono le sigle sindacali.
















