C’è tempo fino a fine marzo 2024 per regalarsi un momento di arte e di leggerezza nel cuore di Bari a due passi dal mare per ammirare alcuni degli scatti più iconici dell’ultimo secolo. Quelli del maestro Elliott Erwitt venuto a mancare proprio l’anno scorso a fine novembre. Scatti di una quotidianità disarmante e ormai perduta.
Ironici, assurdi? Sì, ma anche molto reali. Fotografie scattate in bianco e nero, laddove il colore sarebbe stato persino superfluo. Immagini capaci di catturare momenti tremendamente storici e immanenti del nostro tempo. Elliott Erwitt diceva “Il punto fondamentale è scattare la foto in modo che poi non ci sia bisogno di spiegarla con le parole”. E i suoi scatti infatti non hanno bisogno di troppe spiegazioni, si raccontano da soli. Sono lacerti di storie silenziose, ritagli di vita vissuta, baci rubati tra due innamorati, lo sguardo di una mamma verso la sua bambina. Ci sono anche molti personaggi famosi protagonisti degli scatti scelti dalla curatrice Biba Giacchetti nella mostra organizzata e promossa dal Direttore di Cime Eventi, Vito Cramarossa: da Marilyn Monroe a Che Guevara passando per lo scatto, diventato poi storico, tra Nixon e Krusciov, in un momento, pieno di angoscia e timore, in cui il rischio di far scoppiare una nuova guerra era appeso ad un filo.
Una mostra da non perdere dunque. A maggior ragione a inizio anno, quando si stila la lista dei buoni propositi. Una serie di fotografie in bianco e nero, dicevamo, che racconta frammenti di vita vissuta. Vita quotidiana, vita politica, vita sportiva, vita amorosa. In ogni foto, c’è qualcosa che attira lo sguardo e l’attenzione dell’osservatore, Roland Barthes avrebbe parlato di punctum. Che sia la posizione dello specchietto mentre i due innamorati si baciano o il saltello del cane a mezz’aria durante lo scatto, o, ancora, lo sguardo spaesato e perso nel vuoto di Jackie, moglie di JF Kennedy, durante i funerali del marito.
Quello che emerge è uno spaccato della realtà umano e ironico al tempo stesso di quest’ultimo secolo. Elliott non voleva cogliere gli aspetti più tetri e difficili della recente storia, ma provare a narrare, in maniera semplice e scorrevole, un’eleganza e una compostezza di altri tempi. Scatti che si fanno racconto e cornice fedele della realtà. Egli non cerca la posa perfetta o lo scatto glamour, ma riesce in ogni fotografia ad astrarsi dall’immagine prescelta riuscendo ad immortalarle soggetti animati e inanimati in pose altrimenti insospettabili. Il suo tentativo, lungo tutta una vita, è stato quello di provare a tirar giù la maschera che ognuno di noi porta e che divide il reale dalla finzione, il palco dal dietro le quinte, mostrando, senza contravvenire all’ordine prestabilito, momenti di straordinaria e inusuale semplicità.





















