31 Ott 2025

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Natuzzi, domani sciopero e manifestazione contro i licenziamenti a Ginosa

La settimana in corso si preannuncia molto calda sul tema sindacale per i lavoratori della Natuzzi. Domani, infatti, è previsto uno sciopero in tutti gli stabilimenti di Puglia e Basilicata per scongiurare il licenziamento collettivo per 330 dipendenti.

Sono sei gli stabilimenti Natuzzi in cui lavorano circa 2.200 unità. Un’azienda che rappresenta una delle eccellenze dell’Italian Style nel mondo, quotata alla Borsa di New York ma che, qui da noi, risente fortemente della crisi del settore manifatturiero.

Lo stabilimento di Ginosa, infatti, è chiuso e la società avrebbe acconsentito alla riapertura in un tempo variabile tra 1 e 2 anni, con il reintegro di 104 lavoratori. Per gli altri, 226, invece, la procedura del licenziamento è già stata avviata. Su questo stabilimento la Natuzzi Spa lo scorso 26 luglio ha aperto le procedure di licenziamento collettivo per circa 350 suoi dipendenti.

Da allora i sindacati, e va detto, soprattutto l’Unione Sindacale di Base è scesa sul piede di guerra con diverse manifestazioni (anche a Roma) e picchetti fuori dal quartier generale dell’azienda, a Santeramo in Colle.

La stessa Usb, in una nota, critica fortemente la posizione delle altre sigle sindacali accusandole, tra le righe (ma nemmeno poi tanto) di connivenza con l’azienda.

“E Cgil, Cisl e Uil? Giusto qualche dichiarazione alla stampa – dicono i responsabili Usb in una nota – ma di aprire un conflitto con la Natuzzi neanche a parlarne. Poi, all’improvviso, si ricordano che hanno la facoltà di lottare e proclamano lo sciopero. Ma perché non l’hanno fatto prima e hanno atteso che si arrivasse quasi alla scadenza del periodo di Cigs? Semplice, perché adesso è a Natuzzi che serve. Infatti, per i prossimi giorni l’azienda ha annunciato ai lavoratori una serie di fermi produttivi, pertanto l’astensione dal lavoro non reca nessun danno all’azienda, casomai ne trae qualche beneficio”.

Poi, sullo stabilimento di Ginosa, è ancora l’Usb a rilanciare.

” La Natuzzi Spa deve riaprire Ginosa e garantire il lavoro a tutti i suoi dipendenti aumentando i volumi produttivi. L’operazione di internalizzare alcune fasi della lavorazione dei divani non salverà neanche un posto di lavoro, in quanto si tratta di spostare processi produttivi dalle aziende fornitrici alla cosiddetta New Co., per cui deve essere chiaro che per ogni lavoratore che sarà riassunto in quest’ultima, un altro del territorio diventerà disoccupato presso un contoterzista. L’unico a trarne vantaggio sarà il gestore della New Co. che avrà dipendenti assunti con il Jobs act, con un salario d’ingresso e potrà attingere ai fondi stanziati dall’Accordo di Programma”.

Un forte appello allo sciopero dei lavoratori di Natuzzi arriva anche da Aldo Pugliese, segretario regionale Uil.

Natuzzi vive fuori dal mondo: gioca a fare l’imprenditore delocalizzando e facendo dumping sulle spalle dei lavoratori e dei loro redditi, incassando risorse pubbliche senza rispettare gli accordi di programma. Natuzzi, anche questa volta, sente l’odore di risorse pubbliche da poter incamerare per la propria azienda, eppure fa la gentile concessione di riportare al lavoro solo 100 dei 330 lavoratori in esubero. Troppa grazia…”, ironizza Pugliese, che continua: “Stavolta la misura è colma: non è la prima volta che Natuzzi attinge da fondi pubblici, senza dare garanzie per la forza lavoro, violando di fatto gli accordi di programma siglati in questi anni, salvo poi delocalizzare puntualmente l’attività all’estero, dove i costi della manodopera sono molto più bassi e convenienti. La responsabilità della situazione aziendale è di Natuzzi ed è giusto che in questo frangente sia la Natuzzi a farsi carico dei sacrifici del caso, ricollocando tutti i lavoratori considerati in esubero, basta umiliare ancora tante famiglie”.

Il Segretario generale della Uil regionale rintuzza anche le accuse di Natuzzi ai lavoratori, rei di non accettare altri lavori per poter godere degli ammortizzatori in deroga. “Sono parole forti, accuse gravi. Innanzitutto considerare ‘agiato’ un lavoratore in cassa integrazione la dice lunga sulla distanza dalla realtà in cui vive Natuzzi. E poi, le tanto decantate alternative quali sarebbero? Un tempo determinato senza alcuna garanzia in società ignote? Forse Natuzzi farebbe bene a evitare certe esternazioni, che rappresentano un’offesa all’umana intelligenza e alla situazione di precariato di tanti lavoratori pugliesi. Piuttosto, capisca che l’imprenditore si fa con programmazioni industriali serie e innovative, di cui però non si è vista neanche l’ombra, e non speculando sui redditi da lavoro, giocando sulle delocalizzazioni, sul dumping e approfittando degli ammortizzatori sociali. E poi, non era forse Natuzzi quello che dichiarava, con tono da padre di famiglia, che gli interessi dei lavoratori vengono prima di quelli finanziari? Allora lo dimostri, invece di continuare ad accumulare pessime figure e a smentire se stesso con i fatti”.

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Roberto Mastrangelo
Roberto Mastrangelo
Coordinatore Redazionale del progetto PugliaIn.net. Socio fondatore dell'Associazione Scritture Digitali, in passato giornalista per il Movimento, Roma, il Patto, il Resto, l'Indipendente, Puglia d'Oggi, Cerca la domanda scomoda da fare nel momento peggiore.

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