Un pasticcio in salsa pugliese è quello sul bando per la designazione nel Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni della Puglia.
Nella sua ultima seduta la Commissione Regionale Lavoro era atteso il via libera sull’elenco con i 15 nomi tra cui scegliere il candidato più idoneo a ricoprire il ruolo, ma ancora una volta l’argomento è stato rinviato dopo che il Presidente della Commissione Antonio Tutolo ha rilevato una serie di incompatibilità in alcuni nomi inseriti nell’elenco, peraltro già evidenziati fin dalla scorsa estate.
In particolare l’ex parlamentare foggiano del Pd Michele Bordo sarebbe incompatibile per effetto della legge Severino che vieta il conferimento di incarichi pubblici a chi ha ricoperto attività politiche nei due anni precedenti al mandato. E poi i consiglieri uscenti Elena Pinto, Felice Blasi e Giuseppe Scarcia che, essendo al termine del loro secondo mandato non potrebbero essere eletti secondo la legge regionale 3 del 2000.
Nomi che però secondo gli uffici non sarebbero in posizione di incompatibilità a causa di cavilli tecnici e di una diversa applicazione della norma regionale.
Ma il nodo non è tanto questo, quanto quello che al momento non c’è nessun accordo sui cinque nomi da eleggere per rinnovare un organo scaduto da più di un anno.
Sulla vicenda interviene anche il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Paride Mazzotta, chiedendo di rifare daccapo il bando per garantire la massima trasparenza.
“Un organo di garanzia come il Corecom deve costituirsi in modo chiaro e trasparente: per questo, chiediamo che il bando venga rifatto affinché si ripristini un clima di assoluta serenità. Ad oggi, tre nomi della lista dei papabili sono già da depennare per aver ricoperto l’incarico per due mandati ed altri due sono a rischio di incompatibilità. Tanto è bastato a non far licenziare la lista dei 15 candidati dalla Commissione Affari Istituzionali del Consiglio regionale. Il bando va rifatto e pubblicato nel rispetto del principio di trasparenza, così come non si può procedere in presenza di scarsa chiarezza sulla fase istruttoria. Solo così il Comitato regionale per le comunicazioni potrà rinnovarsi nei suoi organismi senza perdere di autorevolezza e credibilità”.