Una importante operazione della Guardia di Finanza, con l’ausilio anche di elicotteri del reparto aeronavale di Bari hanno portato a sgominare a Castellaneta una organizzazione dedita alla coltivazione ed allo spaccio di marijuana e, soprattutto, alla scoperta di una delle più estese ed organizzate piantagioni illegali di cannabis.
Negli scorsi giorni i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Finanza di Bari, della Tenenza di Castellaneta (TA) e del Reparto Operativo Aeronavale del capoluogo pugliese, coordinati dai Comandi Provinciali di Bari e Taranto, è stata individuata e sequestrata una delle più imponenti coltivazioni di marijuana mai rinvenute in Puglia, ubicata in agro di Castellaneta e di estensione pari a circa 7000 metri quadrati, traendo in arresto 6 persone, 5 italiani e 1 marocchino.
La scoperta è stata effettuata, lungo la Strada Provinciale 13, nelle adiacenze del fiume Lato su un terreno di pertinenza di una nota azienda agricola e di allevamento di cavalli, sul quale erano state impiantate circa 13600 piante di Cannabis.
La piantagione era stata realizzata con cura e professionalità, con piante di altezza ridotta e assai ricche di infiorescenze, a notevole vantaggio del tenore complessivo di principio attivo che, a seguito delle analisi di laboratorio immediatamente espletate, si è rivelato considerevolmente elevato.
I militari hanno fatto irruzione nel fondo nel fondo nel pieno delle fasi di lavorazione della Cannabis, sorprendendo 6 soggetti, alcuni dei quali intenti alla raccolta delle piante, altri nella selezionatura delle infiorescenze da cui sarebbe stata ricavata la marijuana e altri all’irrigazione di una parte del terreno coltivato da piante non ancora “mature”. Alla vista dei finanzieri i responsabili si davano a precipitosa fuga nelle campagne circostanti, ma venivano tutti bloccati ed arrestati in flagranza di reato dopo un lungo e rocambolesco inseguimento a piedi.
Un castellanetano di 49 anni, tre calabresi rispettivamente di 47, 36 e 28 anni ed un marocchino di 52 anni, irregolare sul territorio sono stati tutti arrestati e condotti nel carcere di Taranto ed il sesto, incensurato di 20 anni, figlio di uno degli arrestati,
veniva posto agli arresti domiciliari presso la sua residenza a Castellaneta.
Dalle piante sequestrate si sarebbero potute ricavare circa 7 milioni di dosi, fruttando
cosi, all’organizzazione criminale, guadagni per oltre 10 milioni di euro.