Bari, dal Libertà il grido contro il razzismo e le mafie: “L’odio sposta l’attenzione dai veri problemi”

Il vero problema del Libertà non sono i migranti ma la condizione di disagio ed emarginazione che il quartiere vive. Emerge questo dall’incontro in piazza Risorgimento a Bari voluto da Cgil insieme alle tante realtà attente al territorio come Libera, Arci, Anpi, Rete della conoscenza e Parrocchia del Redentore.

“Agli sciacalli che tentano di usare il tema dell’odio verso i migranti come propaganda politica, vogliamo dire che i veri irregolari sono i mafiosi, di qualsiasi nazionalità. Qui è radicata una criminalità organizzata che domina l’economia urbana e mette sotto scacco costante le famiglie e i giovani di questo quartiere”. Sono forti le parole di Gigia Bucci, della Cgil Bari, in piazza Risorgimento. Una risposta forte alla incredibile raccolta firme contro gli immigrati avviata da una associazione barese e cavalcata dalla sezione locale della Lega, in seguito anche alla richiesta di intervento del ministro Matteo Salvini.

Tra gli interventi anche quello di Marilù Mastrogiovanni, giornalista salentina sotto scorta e purtroppo ancora vittima di minacce di morte: “Conviviamo con un problema gravissimo – dice – cioè il fatto che la mafia piace. Piace ma non piace parlarne. E quando si iniziano a fare i nomi e cognomi, come si dovrebbe fare, allora arrivano i guai e pensano anche che te la sei cercata”.

“L’odio verso i migranti – ha detto Bucci – sposta l’attenzione dai temi veri di disagio del quartiere, a partire dall’assenza del lavoro per i giovani e dalla violenza con cui la crisi economica si è abbattuta soprattutto sulle periferie”, proponendo “l’attivazione di un tavolo permanente di programmazione che tenga insieme politiche educative, sociali e formazione, accanto a progetti di riqualificazione urbana”.

“Nel quartiere Libertà c’è molta integrazione e solidarietà. Fa specie però che si strumentalizzino certe situazioni per fini terzi che non siano gli interessi della collettività, che non siano i principi del bene comune”. Così dice don Francesco Preite, responsabile dell’Oratorio Don Bosco, unico vero presidio della socialità e legalità all’interno del quartiere Libertà. “Vediamo invece – dice don Francesco – una forza inclusiva della società e chiediamo politiche serie di integrazione culturale soprattutto nell’ambito della scuola e del lavoro. Dove manca lavoro e scuola la malavita organizzata ha terreno facile. I ragazzi per strada non possono che delinquere. Ecco questa è la piaga del Libertà! Ed è su questo che le istituzioni devono investire. Bisogna combattere il male attraverso l’educazione”.