La “Questione Meridionale” esiste ancora. Per molti anni, infatti, il Mezzogiorno d’Italia è stato considerato il problema della crescita italiana, al cospetto di margini di azione compressi dalle regole europee e dall’eccesso di regionalismo. E così, i governi nazionali si sono progressivamente disimpegnati dalle politiche di riequilibrio territoriale. In tale scenario, il divario Nord-Sud è aumentato e l’Italia si è allontanata dagli altri paesi avanzati. Uno spiraglio arriva, però, dal programma Next Generation Eu che ha restituito nuova centralità alla coesione economica, sociale e territoriale, creando le condizioni per tornare a guardare al Sud non più solo come problema, ma come soluzione.
Nel libro “Nord e Sud”, pubblicato da Carocci Editore, Carmelo Petraglia, professore associato di Economia politica all’Università degli Studi della Basilicata e tra i coordinatori del rapporto annuale della SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), e Stefano Prezioso, tra i coordinatori del rapporto annuale della SVIMEZ dove ricopre il ruolo di dirigente di ricerca, delineano i divari economici tra le due aree del Belpaese e le politiche pubbliche messe in campo nel periodo temporale che va dall’introduzione dell’euro alla pandemia da Covid-19.
In particolare, gli autori ricostruiscono le vicende dell’economia italiana del primo ventennio del XXI secolo in una prospettiva regionale, focalizzando l’attenzione sul declino dell’Italia, sull’ampliamento delle sue disuguaglianze interne tra lavoratori, imprese e territori e i mutamenti delle politiche, collocati nel più ampio quadro della nuova geografia europea e nel contesto delle grandi trasformazioni transnazionali, caratterizzate da integrazione economica e monetaria europea, globalizzazione, crisi finanziaria mondiale, shock da Covid-19.
Il volume fa parte della serie “Problemi e prospettive dell’economia italiana”, diretta da Enrico Saltari.
